Il 31 marzo 2025, si è svolto nella Sala Consiliare “Falcone e Borsellino” del Comune di Crotone e in collegamento con il Canada e gli Stati Uniti l’incontro “Un anno senza Anthony Mollica. Un omaggio alla sua eredità e passione”. L’evento, promosso dall’Assessorato al Turismo e da Italea Calabria, fa parte delle iniziative realizzate da "Il Viaggio delle Radici. Riscoprire la lingua del cuore". Vi hanno partecipato dal Canada il Professore Emerito Michael Lettieri, University of Toronto, il Professore Emerito Salvatore Bancheri, University of Toronto e dagli Stati Uniti la Professoressa Flavia Laviosa, Wellesley College. I loro tributi sono i seguenti:
Michael Lettieri
Conosco Tony dal 1978, quando alla University of Toronto lui e Raffaella Maiguashca tennero workshop di formazione per teaching assistants nel Department of Italian Studies, allora diretto da Bernard Chandler, Io avevo appena iniziato i miei studi post laurea. Già qualche anno prima (nel 1972), quando Tony era giovanissimo (aveva non più di 33 anni), Olga Ragusa (della Columbia University), direttrice in quegli anni di Italica, lo scelse come Assistant Editor for Language Pedagogy.
Così, già nel 1979, con il suo saggio “Games and Language Activities in the Italian High School Classroom” (Foreign Language Annals 12.5: 347-354), Tony si faceva precursore e ispiratore della sua benamata ludolinguistica.
Grazie alla sua competenza e alla sua passione per questa disciplina, Tony è stato una figura di riferimento sia per i tanti giovani, che si sono formati al suo fianco, sia per la disciplina e la Società scientifica.
Fra le sue numerose pubblicazioni, spiccano: Ludolinguistica. I giochi linguistici e la didattica dell’italiano vol. 1 (2019), Ludolinguistica. Imparare una lingua con giochi di parole vol. 2 (2020) e Ludolinguistica. Parlare e scrivere con creatività vol. 3 (2020).
Tony è stato, tra l’altro, fondatore della casa editrice Éditions Soleil Publishing Inc. e ideatore e redattore della rivista di glottodidattica Mosaic. The Journal for Language Teachers. È stato anche presidente della Ontario Modern Language Teachers’ Association (1971-1972), direttore della Canadian Modern Language Review/La Revue canadienne des langues vivantes (1974-1989), e vicepresidente (1974-75 e 1988-92) e presidente (1993-98) della American Association of Teachers of Italian (AATI).
Durante la sua carriera, Tony ha ottenuto vari riconoscimenti accademici e professionali, tra cui il Distinguished Service Award della AATI (2002), il premio “Una vita per l’italiano” dell’Università Ca’ Foscari Venezia (2003), e l’onorificenza, concessa dal Presidente della Repubblica, di Commendatore dell’Ordine della Stella della Solidarietà Italiana (2006).
Nel corso degli anni continuai a mantenere rapporti proficui con Tony. Insieme lavorammo su numerose importanti iniziative, tra cui, l’ultima, la pubblicazione di Italica. Durante la mia direzione (dal 2014 al 2021), Tony è stato il publisher di Italica. Insieme al suo qualificatissimo team, Tony si è dimostrato altamente sensibile sia sul piano economico, ma soprattutto sul piano culturale e di industria culturale. Anche grazie al suo lavoro, Italica è riuscita a pubblicare quattro fascicoli annui di circa 800-1000 pagine complessive, tutti con una veste grafica importante in cui hanno trovato serena accoglienza grafici, diagrammi e tabelle anche a colori senza che mai ci sia stata alcuna imposizione di altra veste grafica talvolta dettata da sindromi di ricercata economicità. Ad essa si aggiunge la cura estrema per la copertina, anch’essa ad opera del publisher, che non è mai stata “scelta a caso”, sempre “scolpita”, come a lui piaceva dire, e sempre derivante e legata ad un contributo presente in uno specifico fascicolo, e talvolta, come avvenuto nell’ultimo anno, in un dialogo ideale tra fascicoli diversi. Anche in questo caso l’idea si è trasformata in fatto grazie alla competenza e dedizione di persone come Tony che hanno lavorato alla rivista ben oltre il proprio ruolo e che, grazie a questo, hanno portato Italica a essere quello che in effetti è ed è sempre stata, una grande rivista!
Eravamo diventati molto amici, io e Tony, e ci volevamo bene. Quanti problemi spinosi mi ha aiutato a risolvere Tony! Non si dovrebbe essere sorpresi dall’amicizia. Tuttavia è come se il più nobile dei sentimenti umani ti tendesse un trabocchetto. Durante il suo ultimo viaggio, lui mi aveva sorpreso. Capitava che dopo l’arrivo in Italia mi avvisasse di essere arrivato, e che dopo ogni sua conferenza mi telefonasse per condividere con me le sue soddisfazioni e le sue gioie... Invece... Invece, durante il suo ultimo viaggio in Italia e nella sua adorata Calabria, Tony non riuscì a farsi sentire...
Salvatore Bancheri
Anthony, Tony Mollica: Una vita di amicizia e dedizione
È con grande piacere che accolgo l’invito a dire due parole per celebrare Anthony Mollica, o meglio Tony Mollica, come lo chiamavamo tutti. All’inizio mi sono detto: ma come faccio a parlare di Tony... non saprei cosa dire... ma poi mi son fatto prendere la mano. Spero che questo mio ricordo di Tony – in parte scherzoso, perché Tony amava scherzare – non offenda nessuno. Ma vi dico che è scritto con il cuore.
Sinceramente non saprei dire con precisione quando ho conosciuto il Mollicone, come lo chiamavo affettuosamente per distinguerlo dal nipote Vincenzo. Forse dopo il settembre 1978, o magari prima, o l’anno successivo. Quello che importa è che, con gli anni, la nostra amicizia si è rafforzata sempre di più. Peccato che non siamo riusciti a celebrare il nostro anniversario d’oro. Mi ricordo però la sua prima storiella, raccontata in uno dei primi workshop sull’insegnamento da lui condotti alla University of Toronto a cui ho partecipato: il famoso dialogo tra un cliente che ordina un caffè e il cameriere, pubblicato e ben conosciuto sicuramente da tutti i presenti...
“Vorrei un caffè.”
“Espresso o americano?”“Espresso.”
“Lungo o ristretto?”
E così via, passando poi al vino – bianco o rosso, di fiasco o di bottiglia – e all’acqua minerale – liscia o gasata... Nei suoi momenti più scherzosi, mi ha raccontato anche una variante con la carta igienica, ma forse è meglio sorvolare in questa sede!
L’amore per la ludolinguistica
Alcune cose mi vengono in mente quando penso a Tony. Innanzitutto il suo amore per la ludolinguistica. Tony è la ludolinguistica. Un amore che lo ha portato a fare conferenze in tantissime università e in tanti paesi. Tony ci raccontava sempre del suo incontro a Roma con l’ormai centenario Giuseppe Aldo Rossi, che aveva coniato il termine ludolingistica.
Proprio prima del suo ultimo giro di conferenze, come favevo d’altronde ogni volta che partiva, gli ho detto, “Tony, ma chi te lo fa fare a fare tante conferenze alla tua età?” Scusate il “chi te lo fa fare a fare”, ma a Tony piacevano questi giochi di parole e son sicuro che anche ora, dall’altro, ammiccherà un sorriso.
A Tony piaceva scherzare. Quando ci vedevamo o sentivamo, nei suoi momenti più scherzosi, mi raccontava tante storielle umoristiche... tante battute indimenticabili, mai una freddura, mai una battuta mal riuscita... E quanti giochi linguistici ha condiviso con me: indovinelli, proverbi, scioglilingua, problemi di logica... Una varietà di idee e applicazioni glottodidattiche che consentono allo studente, ma anche a tantissimi insegnanti e ricercatori, di “giocare” con la lingua italiana, di ammirarne la bellezza e, allo stesso tempo, di apprezzare la grande cultura che in essa si riflette. Tony viveva la ludolinguistica.
Spesso facevamo a gara a gara a chi ricordava più colmi
– Qual è il colmo per un astronauta? Tornare a casa con la luna.
E per il muratore? andare al cinema e vedere un mattone.
Ed ancora: Come si chiamava la famosa cuoca russa? Olga Cocimilova.
E il grande nuotatore tedesco: Otto Vasken.
A proposito di ludolinguistica, mi viene in mente la canzone dei Ricchi e Poveri e José Feliciano del 1971:
Che sarà, che sarà, che sarà della mia vita chi lo sa?
Che sarà, che sarà, che sarà della ludolinguistica, chi lo sa?
Tony, non ti preoccupare: qui sulla terra hai messo delle ottime basi e ormai le tue idee sono applicate in quasi tutti i corsi di lingua. Ma ai presenti voglio dare uno scoop: sapete che in cielo Tony sta dando lezioni di ludolinguistica? Mi sono arrivate notizie certe – che saranno annunciate ufficialmente tramite RAI UNO dal nipote Vincenzo. Il nostro Mollicone ha già fatto un giro di conferenze in tutti e nove i cieli del paradiso! Visto il successo, è stato invitato anche in Purgatorio, in tutte le sette cornici, nell’Antipurgatorio e nel perfino nel Paradiso Terrestre.
E anche lì, successo da Oscar. Tanto che Tony ha ricevuto un invito per un altro tour... in Inferno. Peccato che San Pietro gli abbia negato il permesso. Sapete con quale scusa?
“In Inferno ci sono già troppi giocherelloni. Meglio portare un po’ di allegria qui in Paradiso dove c’è più bisogno!”
Vedete voi se questa è una giustificazione accettabile. Proprio San Pietro gli ha negato il permesso... proprio lui che in via non era proprio uno stinco di santo e ora da santo sta sempre a lamentarsi perché... perché ha un cerchio alla testa!
Tony, ti piace questo colmo?
Un’eredità accademica immensa
A questo punto, vorrei mettere da parte il tono scherzoso e parlare di Tony in modo più consono per questa occasione.
La mia amicizia con Tony si è consolidata negli anni, grazie soprattutto alla partecipazione ai convegni della American Association of Teachers of Italian (AATI), associazione accademica fondata nel lontano 1923, a cui Tony ha dedicato quasi cinquant’anni, a partire dal 1972 quando è stato nominato direttore della sezione di pedagogia di Italica. Tony ha coperto tutti i ruoli nel direttivo: da Segretario-Tesoriere (1984-1987) Vice-Presidente (1974-1975 e 1988-1992), Presidente (1993-1998). Nel 1976 è stato co-autore del popolarissimo Handbook for Teachers of Italian.
Sotto la sua presidenza, nel 1995, ha organizzato il primo convegno AATI in Italia (Chianciano-Siena-Perugia), seguito nel 1998 da quello a Crotone, che ricordo ancora vivamente. Il successo? Straordinario! Gli atti del primo convegno hanno visto la luce nella prestigiosa rivista Veltro, mentre quelli del convegno di Crotone sono stati pubblicati dal Ministero per i Beni e le Attivita Culturali ed hanno ottenuto l’alto patronato del Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro.
Tony è stato anche direttore della Canadian Modern Language Review e di Mosaic, oltre a fondare la sua casa editrice, Soleil Publishing, che ha pubblicato Italica dal 2014 al 2021. Una vita dedicata alla AATI, che nel 2002 lo ha insignito del Distinguished Service Award, il più alto riconoscimento dell’Associazione. Cito un passaggio della motivazione:
Tony appears to have infinite energy, working on many projects at once, travelling constantly, teaching, editing, speaking at conferences and workshops, organizing congresses. And it is perhaps in this role of a teachers’ teacher, a writer of excellent textbooks and a mentor of future scholars and teachers of ltalian and other foreign languages -- and here 1 am quoting again from a letter of support “that Mollica will be leaving his most enduring contribution.” The process of serving as a mentor for future scholars and teachers ìs a demandìng task that few choose to do, and even fewer do well. Anthony Mollica excels in both.
Tony sembra avere un’energia infinita: lavora a molti progetti contemporaneamente, viaggia in continuazione, insegna, scrive, parla a conferenze e workshop, organizza congressi. Ma è forse nel suo ruolo di ‘maestro dei maestri’, autore di eccellenti libri di testo e mentore di studiosi e docenti di italiano e di altre lingue straniere, che Mollica lascerà il suo contributo più duraturo.
E credetemi, Tony ha fatto molto di più.
A livello personale, Tony è stato più di un amico. Ha avuto un ruolo chiave nella mia crescita professionale, spingendomi a entrare nella leadership dell’AATI, dove – come lui – ho ricoperto tutti i ruoli. Ricordo sempre la sua battuta: “Io sono l’unico canadese ad essere stato presidente della AATI!”
Dopo la mia elezione, ha modificato la frase: “Salvatore ed io siamo gli unici due canadesi ad aver guidato la AATI!”
Tony, fallo sapere ai tuoi amici americani celesti: dal 1972 al 2019, la leadership dell’italianistica in Nord America parlava con accento canadese! Alcuni sospettavano un movimento accademico per far diventare gli USA la 11° “provincia” del Canada; altri invece il quarto territorio del Canada.
Un uomo di grande umanità
Questo mio ricordo di Tony non sarebbe completo senza menzionare i tanti pasti condivisi, in particolare al ristorante Piatto a Mississauga o a Niagara Falls, con vista spettacolare sulle cascate. Il menù variava, ma per noi era sempre bistecca!
Un ultimo aneddoto. Nel 2006, il Presidente della Repubblica gli ha conferito il titolo di Commendatore dell’Ordine della Stella della Solidarietà, come riconoscimento della sua promozione della lingua e cultura italiane. Ricordo la gioia di Tony e di come era fiero del riconoscimento. Quando mi ha comunicato del riconoscimento, dopo avergli fatto gli auguri dovuti e meritati, ho cominciato punzecchiarlo e gli ho detto: “Tony, se fossi in te, io rifiuterei il titolo. Tu ti meriti un titolo più importante, Se fossi in te, non accetterei mai un titolo inferiore a quello di cardinale”. E Tony, sempre con la battuta pronta: “No, Salvatore, a te invece dovrebbero farti Papa”. Non mi sono lasciato sfuggire l’occasione per ribattere: “Tony, a dire il vero, io preferisco il titolo di cardinale, così al conclave posso votare per te come futuro Papa”.
Questo era Tony per me. Un grande leader accademico, un uomo di grande spessore nella ricerca, un ottimo docente, un teacher’s teacher, insomma una persona che ha dedicato una vita alla sua professione, ma soprattutto un uomo di immensa umanità.
Caro Tony, grazie di tutto. Hai vissuto una vita intensa, hai lasciato un’eredità immensa. Ora che sei in cielo, porta allegria ed organizza altri convegni di ludolinguistica celeste, fa divertire tutti gli altri beati, Ma mi raccomando: non fare anche tu come San Pietro... non lamentarti solo... solo perché hai un cerchio in testa.
Dear Tony, I feel honoured to be your friend. Thank you, Tony, for your guidance, your inspiration, and above all, your friendship.
Ti voglio bene, Tony.
Flavia Laviosa
Al maestro Anthony Mollica
Filosofo della pedagogia, teorico della linguistica applicata, studioso della glottodidattica, storico della psicologia dell’apprendimento e promotore della ludolinguistica, oltre che autore, editore, docente e collega, il maestro Anthony Mollica è stato un luminare nella scienza dell’educazione della lingua italiana in Nord America e in Europa.
Ho conosciuto il Professor Mollica al mio primo convegno dell’American Association of Teachers of Italian durante i miei studi post-laurea in discipline umanistiche e scienza dell’educazione, presso la State University of New York at Buffalo. Interessata nel tipo di ricerca e metodologia dei linguisti canadesi, frequentai la sessione condotta dal Professor Mollica sul gioco linguistico nell’insegnamento dell’italiano come lingua straniera. In quella occasione, fui colpita dall’impostazione teorica e dall’approccio didattico nella proposta di una fusione tra gioco e apprendimento e per la valorizzazione della funzione psicologica del momento ludico all’interno del contesto scolastico o accademico di studio delle lingue.
Nelle proposte pedagogiche del Professor Mollica, il gioco riveste un ruolo di fondamentale importanza educativa nella comprensione e produzione di una lingua in quanto esso, il gioco, è al tempo stesso stimolo e rivelatore dell’evoluzione della motivazione e dell’apprendimento. Pertanto, nelle teorie psico-pedagogiche esposte da Anthony Mollica nelle sue innumerevoli pubblicazioni, il gioco ha valore funzionale in quanto fissa le successive fasi di acquisizione dello studente.
In questo tipo di didattica attiva, il gioco linguistico è un mezzo efficacemente formativo ai fini educativi. In altri termini, la funzione del gioco è quella di presentare l’oggetto del sapere sotto forma di divertimento. Il gioco quindi, nella ricerca teorica e nella pratica didattica del Professor Mollica, non è mai fine a se stesso. Infatti i materiali elaborati ed abilmente calibrati nei testi di ludo-didattica scritti dal collega, sono auto-educativi e sono ispirati a principi di auto-scoperta e auto-regolazione dell’apprendimento.
Negli anni le teorie educative e le applicazioni pedagogiche pubblicate, presentate e divulgate dal Professor Mollica, hanno formato generazioni di docenti di lingua italiana per stranieri, e hanno definito praticamente i fondamenti di una scuola non solo di pensiero, ma soprattutto di una scuola di azione ludo-pedagogica.
Vorrei concludere con una recente esperienza professionale condivisa con il collega Mollica. Un paio di anni fa, una giovane insegnante di italiano per stranieri mi consultò per esaminare il manoscritto del suo manuale di lingua italiana. Mi trovai in difficoltà ad affrontare la valutazione di un testo che palesemente rivelava l’entusiasmo di una insegnante alle prime esperienze e che quindi richiedeva diversi interventi migliorativi.
Nell’incertezza di come avrei potuto guidare la collega nella revisione del suo testo, mi rivolsi al Professor Mollica per un consiglio, temendo di importunarlo mentre era in viaggio per conferenze in Italia. Eppure lui mi rispose immediatamente, offrendo aiuto con generosità collegiale, tipica della sua natura collaborativa e, nel giro di qualche giorno, mi rimandò il manoscritto meticolosamente arricchito di commenti, consigli e spunti di riflessione.
Non mi aspettavo tanta cura, tanta attenzione. Quella fu l’ennesima dimostrazione delle qualità umane in primis e delle straordinarie competenze professionali del Professor Mollica. Ricordo il collega Mollica con affetto e rispetto per il suo esempio di maestro nella vita e nel lavoro.